domenica 1 novembre 2009

L’investitura di cavaliere di S.Stefano

Dal blog

http://narrare-dimammi.blogspot.com/2009/10/la-procedura-per-linvestitura-di.html

La procedura per l’investitura di cavaliere di S.Stefano.
Dal libro “ I cavalieri di Arezzo Cortona e Sansepolcro membri del Sacro Militare Ordine di S. Stefano Papa e Martire “ (edito da ETS) del prof. Bruno Casini che ha esaminato la documentazione dell’archivio di stato di Pisa e dall’archivio dell’ordine di S.Stefano.


“Giovanni Battista Lambardi di Arezzo, discese da parte del padre, da Fabiano figlio di Bernardino Lambardi e di M. Camilla di Girolamo Bacci e, da parte di madre, da M. Beatrice, figlia di Guasparri di Alessandro Tondinelli e di M. Marietta di Marco Fierabracci.
Il detto Giovanni Battista comparve davanti al vicario generale del vescovo di Arezzo e, per fare chiarezza sulla nobiltà dei suoi antenati produsse i capitoli, gli attestati e gli stemmi a colori, e designò come testimoni da esaminarsi le seguenti persone: Giovanni Battista Riccomanni, Donato di Gregorio Chiaromanni (ndr. seguono altri 7 testimoni)
Il 9 febbraio 1597,si svolse il processo per le provanze di nobiltà davanti al detto vicario generale e al cavaliere Angelo Mannini di Arezzo; redasse l’istrumento Valentino di Andrea Subbiano,notaio della Religione di S. Stefano.
I Dodici cavalieri del consiglio, nell’informazione inviata al granduca il 25 febbraio 1597,esposero che il Consiglio aveva veduto e considerato quanto il supplicante aveva prodotto e aveva trovato che egli,con il deposto dei testimoni e con fede pubblica aveva provato che discendeva, per padre madre e ava paterna dai Lambardi,dai Tondinelli e dai Bacci di Arezzo,tutte casate nobili e abili ai sommi onori fino al gonfalierato, per ava materna, dai Fierabracci, casata già ammessa al priorato e allora estinta;che egli supplicante aveva l’età di 20 anni.
Con un rescritto granducale del 16 dicembre del 1598 fu disposto: “Diaseli l’habito con questo che navighi”
Il 21 dicembre 1598, il detto Giovanni Battista prese l’abito di cavaliere milite dell’ Ordine di S.Stefano , in Pisa, all’età di 20 anni, per mano del cavaliere Silvio Piccolimini, gran contestabile. Le sue esequie furono celebrate il 19 agosto 1650.”

2 commenti:

  1. Storie dimenticate. Ma noi, per come siamo, deriviamo e discendiamo da queste vicende, da quegli eroi appartenuti alle epoche passate. Tutto ciò non sarebbe da dimenticare, nel tracciare e nello scrivere le condizioni base del presente, che poi riguarderà il futuro. Nel 1598 Lepanto era ormai lontana di 27 anni e i Cavalieri di santo Stefano si erano dedicati a quei compiti che oggi oseremmo chiamare di aiuto e servizio alla collettività: protezione civile, salvaguardia e tutela del patrimnio collettivo, protezione dei mari e delle coste, ecc. Ma dovevano mantenersi sempre all’erta perchè Vienna del 1683 sarebbe stata lì a venire, e il “grande pericolo” avrebbe coinvolto anche loro con le comunità da loro protetti. Lo stare all’erta e guardinghi, lo studiare movimenti e situazioni foriere di pericolo, presumo sia poi diventato uno dei loro compiti basilari “istituzionali”. Eppure, non fosse stato per i nostri post, nati dalla rivisitazione storica di quel periodo, dei Cavalieri di santo Stefano, almeno per quel che mi riguarda, non ce ne saremmo ricordati, come, in effetti, sono in ben pochi quelli che se ne ricordano.
    Ciao.
    Mario

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  2. 4.Marshall
    hai perfettamente ragione, ma oggi tutto sta volgendo alla fine,i valori storici filosofici e cristiani stanno andando rapidamente nel dimenticatoio, per far posto a squallide storie di gossip, gabellate per diritti civili,umani e di uguaglianza e fandonie del genere tutte sotto l’alta protezione del dio denaro.
    Marcello

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