sabato 27 marzo 2010

Popolazione e ambiente


Nelle pagine del blog di Marshall si è spesso affrontato lo spinoso tema della densità di popolazione. Uno dei migliori studi in materia l'aveva effettuato il blogger Pseudosauro. Da una tabella elaborata da Studenti.it , si evince, poi, che le aree con più di 100 abitanti a kmq sono da considerarsi ad alta densità abitativa.

Ho tra le mani I Luit, Foglio informativo di Lega Nord Padania - Sezione di Nova Milanese, nel quale, Davide Termine affronta il tema, descrivendovi i dati di una sua accurata analisi.
Nova Milanese , isola felice fino a pochi anni fa (ma che ancora potrebbe esserla), è un piccolo comune del nord milanese, ora in provincia di Monza e Brianza, di appena 5,81 kmq di estensione totale, con una polazione di 23.210 abitanti, e dunque una densità di popolazione di 3995 abitanti per kmq. Secondo lo studio di Davide Termine la popolazione dovrebbe crescere di altri 4.250, a seguito del nuovo PGT che prevede altri 425.000 mq di terreno sottratti al verde, 611 nuovi appartamenti, e, appunto, 4250 nuovi abitanti. La densità totale di popolazione diventerà così di 4.726 abitanti per kmq (27460 abit. diviso 5,81 kmq), un notevole numero di abitanti, sparsi su un'esigua estensione territoriale. E i servizi? si chiede l'articolista. E l'inquinamento atmosferico da CO2 - si chiede ancora - dove andrà a finire? I 4.250 nuovi abitanti previsti, porteranno inevitabilmente con se almeno 2800 automobili in più (la media nazionale è di due e anche tre auto per famiglia. Due auto per famiglia di tre persone; quindi 4.250 : 1,5 = 2833. Appunto!).
L'articolista fa il conto che le 2.800 auto in più, occuperanno 12.600 metri lineari di parcheggi (12,6 km di auto incolonnate da Nova a Milano).
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Nova, dicevo, era, e potrebbe esserla ancora, un'isola felice del nord Milanese. Situata a pochi km di distanza dai più bei laghi europei, lago di Como e lago Maggiore, dei quali ne ha scritta l'apoteosi Stendhal, nel romanzo semistorico La Certosa di Parma, gode ancora di un clima relativamente mite e sopportabile: non troppo caldo durante l'estate, nè troppo freddo durante l'inverno. La strada che la collega a Cinisello, storicamente ha fatto parte della Strada della Regina. Si narra che l'avesse fatta costruire la Regina Teodolinda per andare a pregare nel santuario fatto erigere a Lanzo d'Intelvi, cittadina con vista panoramica sui tre laghi: Como, Maggiore e Lugano. Si narra che la Strada della Regina partiva da Crescenzago, a nord est di Milano, dove i Longobardi avevano stabilito la loro capitale principale (e a Monza la residenza estiva, perchè gode di un clima migliore, con temperature estive assai più miti che non a Milano). Narra la leggenda che, partendo da Crescenzago, col suo seguito di dame di compagnia e cavalieri di scorta, dopo aver fatta una sosta di preghiera obbligata al santuario di Sant'Eusebio di Cinisello Balsamo, la comitiva della regina Teodolinda s'inoltrava poi nell'allora fitto bosco esistente tra Cinisello e Nova. Il bosco diventato in seguito zona di caccia preferita dai Visconti, signori di Milano, era esistito da quei tempi, e, prima ancora, dal tempo dei Romani. Ora non esiste più da decenni e al suo posto vi transita la superstrada Monza-Rho; il terreno, invece, è stato occupato da capannoni industriali, per quanto attiene l'area di Nova Milanese, mentre l'area sita in territorio comunale di Cinisello Balsamo, è stata salvata da cementificazione certa, mediante la coraggiosa iniziativa di costituire il Parco di Sant'Eusebio, facente parte, a pieno diritto, del più vasto Parco Grugnotorto Villoresi . Nell'area del parco di Sant'Eusebio, che è proprio a ridosso della romanica chiesetta, circa 20 anni fa vi ho visto piantare quantità enorme di fitte piantine. Ora, stanno per diventare il fitto bosco di un tempo. Peccato che Nova Milanese non abbia nel frattempo saputo fare altrettanto, almeno su uno dei due lati di quella che sta diventando l'arteria cittadina più importante: l'accesso allo svincolo della superstrada Monza-Rho.
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L'immagine sopra è tratta dalla Fotogallery del Parco Grugnotorto Villoresi

giovedì 11 marzo 2010

Piramide rovesciata e prospettiva sferoidale

Il presente post sarebbe stato più giusto averlo inserito in UMANISTICA, ma avendovi pubblicato di fresco il post "Navigli amore mio", che sta riscuotendo un certo interesse, ho preferito inserire questo in STORIA, anche se, in realtà, viene trattata STORIA DELL'ARTE.

Ho avuto richieste "in famiglia", e da "alcuni universitari del Tempo Libero" di chiarimenti in merito a "piramide rovesciata", "prospettiva sferoidale", e quant'altro. Cosa di meglio se non rispondere con il copia-incolla di una "lezione" persoalizzata che mi fece Josh del ( Giardino delle Esperidi, col seguente articolo (cliccare per leggere) .

Ecco il contenuto di quel commento, all'articolo del 19 marzo 2009:

"...la piramide rovesciata, o meglio avrei potuto dire il tronco di piramide rovesciata è la classica rappresentazione prospettica in pittura, la prospettiva rinascimentale dell'Alberti, con i punti di fuga, o come puoi vedere nelle declinazioni successive anche nelle 'quinte' architettoniche e teatrali dei dipinti del manierismo, del barocco, o del 1700-1800.
Sarà Cézanne nella 2nda metà 1800 il primo rivoluzionario a rifiutare il sistema di rappresentazione con la prospettiva classica, appunto senza 'il tronco di piramide rovesciata'. Cézanne utilizza un sistema calibrato su uno sferoide prospettico: gli elementi portanti dello sferoide immaginario sono curvilinei...quindi sostituiscono il tronco di piramide rovesciata dell'Alberti.

Sui 2 sistemi prospettici suddetti nella storia dell'arte:
per intendere la prospettiva classica a piramide tronca rovesciata cfr. per esempio questo quadro, una classica veduta di C tutta la pittura ha seguito questo codice di rappresentazione della prospettiva e della profondità, con questo senso dei punti di fuga.

Prendi ora Cézanne, 'le grandi bagnanti' del 1906

http://www.tbarte.com/sito%20normale/RUBRICA%20STORIA%20DELL%27ARTE/PAGINE%20RUBRICA/foto%20cezanne%20e%20il%20cubismo/cezannelebagnanti.jpg

visto? non c'è più lo stesso senso di profondità. Tutto è più vicino, meno 'sfondato', le linee sono curve (lo sferoide) e piatte.
La vera rottura Cèzanne la ottiene con l’utilizzo di un sistema prospettico basato sullo sferoide, i cui elementi sono curvilinei e che sostituisce la piramide tronca rovesciata di Alberti: C. si
richiama al principio dell’immagine del mondo proiettata sulla superficie curva
della retina. Nelle opere di C. e nelle successive di molti altri lo spazio dentro alla
sfera (o nella successiva moltiplicazione dei punti di vista e dei piani di visione in contemporanea come nel Cubismo) non potrà mai allontanarsi dall’osservatore quanto quello costruito in una piramide, il cui
vertice, mantenendo la stessa base, poteva allontanarsi all’infinito.

C'è anche un famoso testo di storia/critica che spiega molto meglio di me l'arte non solo a periodizzazioni o medaglioni, ma da un momento di svolta effettiva a un altro, intanto te lo segno:

Renato Barilli, "L'arte Contemporanea", Feltrinelli, MI 2003

Facendo una ricerca su Cèzanne, in un libro d'arte allegato a fascicoli a Corsera, anni fa, arrivato a Modigliani Giulio Carlo Argan scrive:
"Quando arriva a Parigi nel 1906 Modigliani capisce che tutta l'arte moderna nasce da Cèzanne. Lo scultore rumeno Brancusi,(...) gli ispira il culto della forma pura e chiusa, di cui la linea, da sola, plasma e definisce il volume. Si dedica dapprima alla scultura, solo più tardi si rende conto che la materia più adatta alla sua ricerca plastica è il colore. L'integrità di una forma che si dà in assoluto, e non nella relazione ad uno spazio capiente, è anche la qualità della scultura negra. Cèzanne e i negri erano i due estremi tra cui Picasso situava il problema storico dell'arte moderna."
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Il concetto dello "sferoide", da te spiegato, mi si è chiarito visionando il quadro di Cèzanne che mi hai consigliato "Donne al bagno" (altro titolo dello stesso quadro: "Le grandi Bagnanti"), ma anche quadri di altri pittori, che però cito solo a titolo accademico: Matisse - La gioia di vivere.

Per quanto riguarda l'altra "Pietra Miliare", tempo fa, un titolo del Corsera declamava Alberti come l'"inventore" di quello stile andato in voga per 4 o 5 secoli.